Nato nel 1931 a Sassuolo (Modena) e sacerdote
dal 1954, Camillo Ruini ha concluso i suoi studi presso la
Pontificia Università Gregoriana di Roma. Dopo un periodo di
insegnamento in seminari e studi teologici dell’Emilia, è stato
nominato nel 1983 vescovo ausiliare della diocesi di Reggio Emilia e
Guastalla.
Nel
1986 è divenuto segretario della Conferenza Episcopale Italiana,
della quale ha tenuto la presidenza dal 1991 al 2007.
Nell’anno
1991 viene nominato da Giovanni Paolo II vicario generale della
diocesi di Roma e cardinale del titolo di Sant’Agnese fuori le
mura.
Nel
suo ministero sacerdotale ed episcopale il Cardinale Ruini ha sempre
cercato di superare la frattura fra fede e cultura che ha
caratterizzato la vita delle società occidentali negli ultimi
decenni.
In
un mondo che cambia e nel quale il relativismo morale e il grande e
veloce sviluppo tecnologico, non accompagnato da un’adeguata
riflessione etica, sono i valori promossi da gran parte della
cultura e dei mezzi di comunicazione, la Chiesa italiana ha
continuato ad annunciare con coraggio il Vangelo.
Il
Cardinale Ruini, guidato dalle parole dell’Apostolo Paolo che
esorta il suo discepolo Timoteo ad annunciare la parola in ogni
occasione opportuna e inopportuna (cfr 2Tim 4,2) e dalla
consapevolezza che “per noi cristiani è meglio essere criticati
che irrilevanti”, non ha esitato ad indicare con chiarezza e
coraggio i valori che costituiscono l’autentico bene della persona
umana e che il Santo Padre Benedetto XVI ha più volte definito come
“non negoziabili”: la difesa della vita dal suo concepimento
alla morte naturale, la famiglia fondata sul matrimonio e la
libertà di educazione.
La
Chiesa italiana, sotto la Sua lunga e sapiente guida e grazie alla
Sua felice intuizione del Progetto culturale orientato in senso
cristiano, ha così potuto offrire al Paese il proprio contributo
per la ricerca del bene comune ed ha visto riconosciuto il suo
diritto di essere considerata un autorevole interlocutore perché
alla fede cristiana sia restituita piena cittadinanza nell’odierno
dibattito culturale. |